La cura dei capelli per l'uomo

I capelli di un uomo
 
Cura e Pettinatura
 
Fino a pochi anni fa il settore dedicato alla cura dei capelli per gli uomini occupava uno spazio limitato nell'industria cosmetica. Pochi erano i prodotti sul mercato pensati specificamente per la loro capigliatura e una gran parte di questi sono rimasti gli stessi per decenni. Inoltre, l'argomento veniva trattato quasi esclusivamente in riferimento alla calvizie: ricorderete sicuramente personaggi come Cesare Ragazzi, che hanno fatto la storia del dibattito italiano sui capelli degli uomini. Questa scarsità di prodotti e di approcci non costituiva un problema poiché, nella cultura generale, ciò che caratterizzava il vero uomo era la sua capacità di non perdersi in quelle che venivano considerate frivolezze inutili e tipiche del mondo femminile.
 
In effetti, la toeletta maschile era, di per sé, già abbastanza impegnativa: l'uomo, a differenza della donna, doveva occuparsi anche della barba. La sosta mattiniera al bagno non comprendeva infatti soltanto doccia, capelli e denti, ma anche una aggiustatina al baffo di turno o, in tempi più moderni, una rasatura completa. La rasatura portava via del tempo prezioso e, se fatta di corsa o con rasoi inadatti, poteva lasciare piccoli tagli e graffi sul viso. Di conseguenza, il tempo da dedicare ai capelli era poco e molti uomini preferivano pettinarli nel modo più semplice possibile.
 
Prima del 1960 esisteva un unico taglio maschile con poche varianti, indossato dalla maggior parte degli uomini. Il barbiere era colui che tagliava e pettinava i capelli e curava la barba degli uomini. Lo stile maschile consisteva in un taglio corto sia dietro sia sui lati, con qualche variazione in alto, dove il barbiere poteva lasciare più volume o sistemare i capelli per nascondere una calvizie in arrivo. La visita del sabato dal barbiere era un'abitudine comune e rapida: un taglio qua, una accorciatina là, un tocco alla barba ... ed ecco fatto! Dopo aver atteso il proprio turno per circa mezz'ora, scambiando due parole con gli altri clienti e sfogliano un giornale, ecco che in soli quindici minuti, al massimo, si era già fuori dal negozio, sbarbati e ripuliti.
 
Alla fine degli anni '60 avvenne la rivoluzione: i capelli diventarono il simbolo di un determinato atteggiamento sociale. I giovani, in disaccordo con “il sistema” oppure con le politiche e l'interventismo del proprio governo, incominciarono a farsi crescere i capelli in segno di protesta. I capelli lunghi acquisirono un significato ben preciso: la necessità di mostrare libertà di pensiero e affermare la propria individualità di fronte alla cultura tradizionale e all'indottrinamento militare. Questo approccio venne adottato e diffuso da molti personaggi famosi dell'epoca e divenne popolare tra i giovani di tutto il mondo.
 
Negli anni '70 e dopo la conclusione della guerra del Vietnam, i capelli lunghi non scomparirono, ma diventarono un normale segno distintivo delle nuove generazioni. Ciononostante, fu proprio questa decade che portò i primi cambiamenti sostanziali nell'approccio maschile alla cura dei capelli. Infatti, capelli più lunghi necessitavano per forza di cose di una maggiore cura. Inoltre, tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80, si diffusero stili unisex che spinsero gli uomini ad usare prodotti specifici per la cura delle capigliature caratteristiche di quel periodo – mousse, creme, gel, spray. Gli uomini sentirono anche la necessità di scolpire e personalizzare i propri capelli utilizzando gli strumenti tipici della cura dei capelli delle donne, come ad esempio il phon per creare ciuffi ad hoc o per dare volume al proprio look. Finalmente la moda capelli uomo evolveva, anche se molti uomini erano ancora restii a tuffarsi in questo nuovo mondo: ammettere di dedicare molto tempo alla propria capigliatura come facevano le donne continuava ad essere considerato da alcuni come un segno di debolezza o di mancanza di virilità.
 
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